martedì 24 maggio 2011

La meraviglia dei pesci rossi

Per dimostrare la sua abilità di tiratore,
che nessuno mi sembra abbia mai messo in discussione,
un pomeriggio, al luna park, mi riportò indietro con una busta
con due pesci rossi che nuotavano eccitati e disorientati.
Una volta presa posizione in un punto luminoso e accessibile
della cucina, tra la dispensa e le pentole, girovagavano
nella grossa cuccuma di vetro che avevo scelto per loro,
curandosi di più di riorganizzarsi la vita, conoscersi meglio,
riprodursi, mangiare con soddisfazione, che degli strani esseri
che ogni giorno manovravano nervosamente oggetti
la cui funzione doveva sembrar loro quantomeno futile.

Quando le uova si schiusero decisi
che una cuccuma, seppur grande e trasaparente,
non era un luogo adatto a far crescere dei piccoli.
In una giornata di sole primaverile
rimasi un po’ seduto sul bordo prima di ritornare
e raggiungerlo nel suo passo deciso – immaginavo
lo stupore di quei pesci a cui non avevo neanche
fatto in tempo a dare un nome, nel vedersi
catapultati in una vita rinnovata, più ampia e ariosa,
dai colori scuri e mutevoli, come forse non l’avevano mai conosciuta.
Il laghetto di Villa Pamphilj non sarà il mare, va bene,
ma ha anfratti dove ripararsi, prepotenti da cui difendersi,
piante e plancton con cui cenare nei giorni di festa.
Tenni la busta trasparente a sgocciolare per un po’
racchiuso in una felicità insolita, al pensiero di come
a quella famiglia – almeno – era stata data una possibilità.

Nessun commento: